"E qui papà devi pensà. Sì, che chi dopo stasera è andato a festeggià, la gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui...pe' sta gente non c'è luce papà ma solo giorni bui...perché chi pe' soride deve vedé piagne uno, mille, centomila, è uno che nella vita sua starà sempre in fila. Chi invece la prova la vita sulla pellaccia, non starà mai a chiede un sorso da 'n'antra boraccia..." V.M.

mercoledì 5 gennaio 2011

Deve essere solo l'inizio [di Diego Angelino]

Guardavo il secondo tempo di Milan-Roma e più passavano i minuti più mi domandavo: "Possibile che siamo a dieci punti dalla vetta di questo campionato?". La Roma stava affrontando l’ultima squadra - dopo Inter e Juventus - del presunto gotha del calcio italiano e non aveva ancora subito
un tiro in porta che fosse uno. A mia memoria non ricordo – anche nei momenti migliori della Roma – le grandi squadre avversarie che non riuscivano a produrre praticamente nulla in attacco. Ennesimo sintomo di un torneo brutto e di basso livello nel quale i giallorossi dovrebbero occupare ben altro ruolo rispetto al quinto posto attuale. Ben inteso, sono contento della vittoria a Milano che – oggettivamente – permette alla squadra di ripartire a Gennaio con la concreta possibilità di scalarla finalmente questa classifica. Resta però in me il grandissimo rammarico delle tante occasioni sprecate in queste prime 17 giornate: a volte per supponenza della squadra, molte altre per scelte dell'allenatore - di modulo e uomini - fortemente sbagliate.

Da quando seguo la Roma - ormai vent'anni - ho imparato che sono proprio i punti persi ad inizio stagione a risultare poi determinanti a fine anno (al di là degli immancabili impedimenti arbitrali che puntualmente caratterizzano il nostro calcio malato). E ripensare – per esempio – a Bologna e Chievo ed ai quattro punti regalati non fa che aumentare il rammarico per non essere ancora più vicini alla vetta di un campionato senza padroni. Più passano le domeniche più si assottiglia la possibilità di concedersi passi falsi come quello di Palermo perché – per quanto la continuità difetti anche nelle compagini concorrenti – ti trovi indietro di quei quattro punti rispetto all’attuale secondo posto che ti obbligano a ridurre al minimo le giornate storte. Le sconfitte innanzitutto, ma anche i pareggi, veri “nemici” dei tornei a tre punti. Bisognerà scendere sempre in campo con la voglia di vincere – non solo a parole. Ripartendo dal secondo tempo della gara col Milan: baricentro alto, fuorigioco altissimo, intenzione di andarsi a prendere i tre punti. Solo così si potrà mantenere vivo quel sogno che – da Sabato sera – è tornato ad essere un po’ più perseguibile. Tantissimi auguri di buone feste a tutti voi lettori!



Diego Angelino

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