"E qui papà devi pensà. Sì, che chi dopo stasera è andato a festeggià, la gioia la troverà solo sulle disgrazie altrui...pe' sta gente non c'è luce papà ma solo giorni bui...perché chi pe' soride deve vedé piagne uno, mille, centomila, è uno che nella vita sua starà sempre in fila. Chi invece la prova la vita sulla pellaccia, non starà mai a chiede un sorso da 'n'antra boraccia..." V.M.

venerdì 10 dicembre 2010

Febbre a 90°

Questo è il titolo di un film ma è anche il titolo, oggi, di una divertentissima trasmissione radiofonica condotta da Giuseppe Lomonaco e Adriano Valentini in onda su Radio Centro Suono Sport 101.500 dalle 14.00 alle 16.00.
Ma adesso vuole essere un film,
il film che malinconicamente ho scelto di guardare ieri sera. Malinconicamente e anche brutalmente perché mi capita sempre che al 90° di quel Liverpool Arsenal, un po' di commozione scenda dai miei occhi. Non tanto per il film ci mancherebbe, quanto per quella gioia che manca da 10 anni e che solo una volta ho vissuto in vita mia. Già perché la seconda volta avevo appena due anni e non rimpiango poi tanto che fossi così piccolo perché di conseguenza non ho vissuto neppure quella sera maledetta del 30 Maggio dell'anno successivo.
Dunque ho scelto di vedere questo film e come al solito poi me ne sono pentito. Pentito perché automaticamente vado a pensare alla mia Roma e mi chiedo perché, anche quest'anno che poteva essere diverso, tutto stia andando come al solito. Mi ero convinto a voler accantonare la scaramanzia perché intanto non aveva mai portato a nulla ma poi non è stato così. Mi ero convinto che se ne potesse parlare perché finalmente ne avevamo il diritto, ma invece non è stato così.

E allora mi chiedo quand'è che ci capiterà di nuovo, quando ci ritroveremo tutti insieme nelle piazze a festeggiare per giorni e giorni. Mi chiedo quand'è che potrò di nuovo piangere per tale gioia.
Due aneddoti mi passano per la mente, un ricordo e un racconto.
Il ricordo è piuttosto recente e risale all'anno in cui la lazio ha vinto lo scudetto. Alla fine di quel Perugia Juve mi sono ritrovato nella mia stanza e guardandomi allo specchio mi sono visto piangere. E nel frattempo pensavo: beati loro...chissà quando potrò provare una simile gioia? Ecco perché quando il Presidente è morto, allo stesso modo ho pianto. Perché avevo perso, seppur senza mai averlo conosciuto, quell'uomo che mi regalò, immediatamente, quella gioia mai più provata e vissuta in vita mia. quella gioia che non puoi paragonare a null'altro.
Il racconto è un po' meno recente invece. Risale a quella stessa sera del 30 Maggio del 1984 e me ne ha parlato mio padre. Io avevo 3 anni compiuti il giorno prima, lui era allo stadio dal pomeriggio con gli amici di sempre. L'esito della partita lo sappiamo ed uscendo dalle gradinate vide un signore anziano piegato e appoggiato ad una fontanella. Mio padre gli si avvicinò per sapere se stesse male. L'uomo anziano era lì che piangeva e disse solo: No, sto bene. Ma tu sei giovane e la vivrai un'altra sera come questa. Io no, non più.
Sono passati quasi 27 anni da quella sciagurata sera e oggi sono io a chiedermi se riuscirò mai a viverla.

Chi come me ama il calcio sa di cosa sto parlando. A tutti gli altri, dedico questa frase del film Febbre a 90°:

"Nessuno dei momenti che la gente descrive come i migliori della propria vita mi sembrano analoghi. Dare alla luce un bambino dev'essere straordinariamente emozionante, ma di fatto non contiene l'elemento cruciale della sorpresa, e in tutti i casi dura troppo a lungo; la realizzazione di un'ambizione personale - una promozione, un premio, quello che vuoi - non presenta il fattore temporale dell'ultimo minuto, e neppure l'elemento di impotenza che provai quella sera. E cos'altro c'è che potrebbe dare quella subitaneità? Una grande vincita al totocalcio, forse, ma la vincita di grosse somme di denaro va a toccare una parte completamente diversa della psiche, e non ha niente dell'estasi collettiva del calcio. E allora non c'è proprio niente che possa descrivere un momento così. Ho esaurito tutte le possibili opzioni. Non riesco a ricordare di aver agognato per due decenni nient'altro (cos'altro c'è che sia sensato agognare così a lungo?), e non mi viene in mente niente che abbia desiderato da adulto come da bambino. Siate tolleranti, quindi, con quelli che descrivono un momento sportivo come il loro miglior momento in assoluto. Non è che manchiamo di immaginazione, e non è nemmeno che abbiamo avuto una vita triste e vuota; è solo che la vita reale è più pallida, più opaca, e offre meno possibilità di frenesie impreviste".

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